La primavera è una stagione molto interessante per il birdwatching, probabilmente la più proficua, sia come quantità che come numero di specie di uccelli osservabili.
Coincide con il periodo della migrazione di ritorno dai quartieri di svernamento che, per alcune specie, inizia già al termine della stagione invernale come accade ad esempio alle pittime reali, ai chiurli e in, un secondo momento, alle gru, .
La Primavera è però anche la stagione delle nidificazioni e delle prime nascite. Anche in questo caso alcune specie come gli aironi cenerini, cominciano a nidificare a fine febbraio.
Come se non bastasse, all’inizio della stagione è ancora facile vedere specie svernanti non ancora ripartite verso i quartieri nordici di riproduzione; si crea così un vero e proprio sovraffollamento di animali. Insomma, all’inizio della Primavera c’è molto da divertirsi!
Nel mese di marzo in particolare, può talvolta capitare di incontrare specie acquatiche tipicamente invernali come le strolaghe e le varie anatre tuffatrici (es. Moriglione, Moretta ecc.) che ancora non sono ripartite verso il nord Europa.
In alcuni casi, alcuni individui di queste specie possono trattenersi nelle nostre regioni anche fino al mese di aprile.

Esempi di rotte di migrazioni invernali nel Nord Italia
Marzo è anche il mese della migrazione dei rapaci che già nella prima metà del mese riempiono i nostri cannocchiali e binocoli, soprattutto nelle zone di migrazione più importanti come il Curlo di Arenzano, lo Stretto di Messina, e il Conero, giusto per citarne alcuni fra i più noti.
Ai folti gruppi di rapaci più comuni in migrazione, si accompagnano spesso individui di cicogna bianca e stormi tardivi di gru e altri piccoli migratori come le rondini, i rondoni, le upupe. Questi sono i primi migratori transahariani che ritornano dall’Africa per allietare i nostri occhi e le nostre orecchie con i loro colori, i loro richiami e i loro canti.
Nel grande flusso migratorio dei rapaci di questo periodo dell’anno può talvolta capitare di osservare specie più rare come la cicogna nera, le aquile anatraie, le albanelle pallide, le cutrettole testagialla, e magari qualche altra specie ancora più rara e accidentale!
Tra marzo e aprile arrivano poi i grossi stormi di limicoli che sostano in grande numero nelle nostre aree umide, grazie anche ai primi allagamenti delle risaie (Luoghi purtroppo sempre meno ricchi di specchi d’acqua a causa dei nuovi metodi di coltivazione a secco del riso).

Cavalieri d’Italia e Gabbiani reali nelle Risaie vercellesi
I limicoli osservabili in primavera nelle nostre regioni presentano piumaggi di transizione tra la stagione invernale (piumaggi dimessi e poco appariscenti) e quella primaverile/estiva (piumaggi riproduttivi, più colorati e sgargianti) che fanno impazzire e divertire i birdwatchers più fanatici, sempre alla ricerca di qualche specie molto rara.
Anche gli uccelli tipici degli spazi aperti e degli ambienti boschivi iniziano a tornare dall’Africa. Tra questi citiamo il Torcicollo, il Codirosso comune e lo Stiaccino ma la lista completa è molto più ricca e articolata.

Stiaccino maschio in abito riproduttivo

Codirosso comune maschi
La Primavera è infine la stagione dei canti, spesso unico indizio della presenza di una determinata specie altrimenti inosservabile nel fitto della vegetazione. Il canto è quasi sempre indice di riproduzione, fanno eccezione solo poche specie tra cui ad esempio il luì grosso che canta anche durante la migrazione.
E’ importante essere consapevoli che la nostra presenza in campo in questo delicato periodo, può arrecare grande disturbo per la nidificazione di alcune specie. Occorre quindi prestare grande attenzione e rinunciare magari ad un’osservazione e allo scatto di una fotografia se vogliamo veramente preservare queste specie attorno a noi.
Verso la metà della stagione è già possibile vedere poi i primi giovani che tentano l’avventura fuori dal proprio nido, una delle emozioni più belle nel birdwatching! Anche in questo caso occorre raccomandare prudenza: un giovane isolato, magari in un prato (vale anche per i mammiferi come i caprioli) non è abbandonato dai genitori! Allontanatevi e non interagite con lui, è bene per l’animale lasciarlo dove lo si è trovato allontanandosi il prima possibile per non spaventarlo e per permettere ai genitori di nutrirlo.

Giovane di Cinciarella – 28 maggio 2016
L’intervento umano è quasi sempre sconsigliato, solo in caso di immediato pericolo (ad es. giovane in mezzo ad una strada o presenza di gatti nelle vicinanze) è bene spostarlo in una posizione sicura (ma sempre in zona), evitando di prenderlo con le mani se possibile, per non imprimere il nostro odore.
Nel caso di ferite evidenti infine, è possibile raccogliere l’animale e portarlo in un centro abilitato al recupero alla fauna selvatica.
Buona Natura a tutti!
Roberto Ostellino e Daniele Capello
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