A cura di Daniele Capello
Fotografie Daniele Capello, Roberto Ostellino e Alessandro Bergamo
Revisione e video editing Roberto Ostellino
Abbiamo già parlato in un altro articolo dell’Averla maggiore, un uccello non molto comune ma ben distribuito sul nostro territorio in periodo invernale.
Uno dei comportamenti più interessanti di questa specie (e anche delle altre specie di averle) è quello di creare delle vere e proprie “dispense” alimentari, infilzando in rovi e rametti appuntiti, le prede che non vengono consumate immediatamente. L’Averla riesce così ad ottimizzare il dispendio energetico dedicato alla ricerca di cibo, concentrando le attività di caccia nei periodi più favorevoli rispetto a quelli in cui le prede scarseggiano, in modo da non rimanere senza cibo nei periodi più difficili. Le tecniche di caccia variano dal tipo di preda: inseguimenti in volo (nel caso di uccelli), attese da posatoio o facendo lo “spirito santo” nel caso di prede a terra come insetti o piccoli mammiferi. La preda viene catturata col becco e poi uccisa sbattendola contro un ramo o incastrandola in esso e colpendola col becco. Nel caso la preda debba essere conservata per essere consumata in un altro momento viene infilzata o incastrata ancora viva nelle spine di rovi o di altri alberi e arbusti spinosi.
Durante le giornate di monitoraggio del “Campo Gru“, organizzato tra ottobre e novembre 2015 dall’”Associazione Naturalistica “Le Gru – Lago Borgarino – Laghi di Caselette” a San Gillio (TO) per seguire la migrazione delle Gru (grus grus), io e altri osservatori abbiamo potuto documentare ripetutamente, sia con osservazioni dirette che con fotografie e filmati, questo comportamento da parte di un individuo di Averla maggiore che, come tutti gli anni, si è fermato nei campi gestiti dall’Associazione.
Abbiamo potuto anche ammirare varie tecniche di caccia e siamo riusciti anche ad osservare l’espulsione di una borra da parte dell’Averla maggiore.
Le “borre” sono resti di pasto prodotti da svariate specie di uccelli come i rapaci notturni e diurni (ma anche da mammiferi come felini e canidi) che contengono le parti indigerite delle loro prede, spesso costituite da ossa, peli e altri elementi rigidi come gli esoscheletri degli insetti. Le Borre vengono rigurgitate dall’animale dopo il pasto e possono tornare utili per analizzare la dieta della specie che le ha prodotte.
Alessandro Bergamo è riuscito anche a catturare il momento in un bellissimo video che proponiamo qui di seguito.
Approfittando dei momenti in cui l’Averla si spostava in zone lontane del suo territorio di caccia abituale, siamo riusciti ad avvicinarci alle sue dispense e a osservare da vicino gli animali predati e a documentare fotograficamente le sue catture senza disturbarla.
Tra le prede catturate abbiamo così trovato:
-Grillotalpa (Gryllotalpa gryllotalpa)
-Grillo (Gryllus campestris)
-Mantide religiosa (Mantis religiosa)
-Cavalletta (Phaneroptera sp.)
-Bruco indeterminato
Qui di seguito, alcune foto delle prede da noi documentate.
Buona Natura!