A cura di Valeria Fossa e Roberto Ostellino
fotografie: Valeria Fossa, Antonio Farina, Roberto Ostellino
–
Passeggiando nel Parco Agronaturale della Dora Riparia di Collegno, si possono incontrare piante che sono belle tutto l’anno. E’ il caso del biancospino (Crataegus monogyna), un arbusto rigoglioso che cresce al margine dei boschetti o lungo le siepi campestri.
—–
In primavera illumina il sottobosco con i suoi fiori leggeri e riuniti a mazzetti, mentre in estate si ricopre di tanti piccoli pomi rossi. Il biancospino ha anche una sorpresa per l’autunno: le sue foglie, dalla tipica forma lobata e incisa, diventano di un giallo appariscente prima di cadere. L’inverno infine mette mostra, in tutta la loro spettacolarità, i rami spogli e pieni di spine di questo interessante e appariscente arbusto.
—–
Il biancospino appartiene alle Rosacee, la famiglia di numerosi alberi da frutto quali ad esempio meli, peri, ciliegi, albicocchi, peschi ma anche sorbi e nespoli europei (i famosi “puciu”).
Rappresenta in natura, un ottimo rifugio per gli uccelli che costruiscono i loro nidi fra i suoi rami e che si nutrono dei suoi frutti in autunno e in inverno. Questi frutti, rosso vivace a maturità, si possono anche usare per preparare gelatine ricche di vitamina C.
I fiori e i frutti hanno effetti cardiotonici e sono quindi molto usati nella fitoterapia dei paesi nordici; i frutti sono poi astringenti, antidiarroici e rappresentano anche un buon rimedio sedativo, utile ad esempio contro l’insonnia.
I greci usavano i rami fioriti di biancospino per ornare gli altari durante i riti nuziali e Il nome scientifico Crataegus deriva dal termine greco “Kratos”, che significa “forza” ed indica la potenza che nel passato si credeva si sprigionasse da tutta la pianta.
Il biancospino si presenta spesso come un arbusto ma può assumere anche un portamento arboreo negli esemplari più vecchi, dove può raggiungere un’altezza anche di 10 metri.
—-