a cura di Daniele Capello,
fotografie di Cristina Falchero, Giulia Masoero e Daniele Capello.
L’inanellamento a scopo scientifico è una pratica nata in Danimarca più di un secolo fa, con lo scopo di studiare le migrazioni degli uccelli.
Questa tecnica permette di analizzare i movimenti migratori delle diverse specie, di valutare la longevità dei vari individui inanellati e di scoprire la fedeltà al sito di nascita e di riproduzione o alle zone di svernamento.
L’inanellamento permette quindi di conoscere meglio le abitudini delle singole specie di uccelli e di progettare interventi mirati per la conservazione delle specie più a rischio.
L’anello viene messo sulla zampa dell’animale e deve portare inciso un codice alfanumerico univoco che possa facilmente identificare il soggetto inanellato e anche il nome e l’indirizzo dell’istituto di riferimento nazionale che ha effettuato l’inanellamento o che segue e coordina i vari progetti di ricerca svolti sul proprio territorio nazionale (es. ISPRA per l’Italia).
Nel corso degli anni, sono stati realizzati anelli di diverse dimensioni materiali e colori, ognuno adatto ad un determinato gruppo di uccelli.
Per gli uccelli di piccole dimensioni si utilizzano in genere anelli metallici con un codice alfanumerico piuttosto lungo. E’ difficile poter leggere questo codice (anche tramite fotografia ravvicinata) senza provvedere alla ricattura dell’animale.
Per specie di dimensioni maggiori come i gabbiani invece, vengono spesso applicati anelli in PVC di grosse dimensioni, di colori diversi e con un codice breve (generalmente non più di 4 lettere/cifre), facilmente leggibile anche a lunghe distanze, con l’aiuto di un cannocchiale o di un buon binocolo e facili da fotografare.
Questa soluzione aiuta molto il compito agli appassionati di “zampe inanellate”, fotografi e birdwatchers possono facilmente scovare qualche anello, spesso straniero, da leggere in mezzo a gruppi di gabbiani (e non solo) posati sulle sponde dei fiumi e dei laghi.
Se doveste avvistare un uccello inanellato, cercate di leggere attentamente l’anello o di fotografarlo. Il codice deve essere poi essere comunicato ai referenti dell’ISPRA (istruzioni a questa pagina di EBN: http://www.ebnitalia.it/easyNews/NewsLeggi.asp?NewsID=56) che raccolgono tutti i dati, sia di quando viene inanellato un individuo, sia delle successive letture in natura di codici italiani e stranieri.
A seguito della vostra segnalazione riceverete, in tempi più o meno brevi, una scheda con tutti i dati sull’animale con il nome della specie, la data di inanellamento e le eventuali osservazioni successive.
Grazie ad internet poi, il gioco della “caccia all’anello” diventa anche più semplice: esiste infatti un sito di riferimento europeo che racchiude tutti i vari progetti di inanellamento del nostro continente. All’indirizzo http://www.cr-birding.org/colourprojects si possono inserire i vari dati di osservazione (specie, colore dell’anello) per trovare da soli tutti i dati dell’animale e volendo, potete anche contattare il responsabile del progetto di inanellamento per comunicare la vostra osservazione.
Le foto riportate nell’articolo si riveriscono a individui osservati sul Po in centro a Torino e nel dettaglio:
Gabbiano comune con codice H31F, inanellato in Ungheria, osservato da Daniele Capello e fotografato da Cristina Falchero il 31 gennaio 2013.
Gabbiano comune con codice IFBJ, inanellato in Italia, osservato da Daniele Capello e fotografato da Giulia Masoero il 13 febbraio 2013.
Gabbiano comune con codice SAPO, inanellato in Croazia, osservato da Daniele Capello, Maria Paola Girardo e Cristina Falchero il 19 dicembre 2014.
Gabbiano reale con codice IZAJ, inanellato nel 2011 nel livornese, osservato da Daniele Capello il 12 settembre 2012.
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Parlando di gabbiani, due video che raccontano l’avvistamento eccezionale di un gabbiano nordamericano (Gabbiano di Franklin) a Torino. Seconda osservazione di sempre per l’Italia.
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