Chi conosce la Salvia dei prati?

Da pianta selvatica storicamente ben nota e ricercata, la Salvia dei prati (Salvia pratensis) è divenuta ai giorni nostri, una delle tante erbe senza nome che fioriscono nei prati di campagna e nei parchi di città. Questa Salvia è una parente stretta della Salvia officinale (Salvia officinalis), ben nota a tutti e ancora ampiamente utilizzata in cucina e per piccoli rimedi curativi fatti in casa (chi non ha mai bevuto il decotto “acqua-limone e salvia” dopo un pranzo troppo abbondante?).

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Le Salvie appartengono alla famiglia delle Lamiacee (o Labiate), caratterizzate dalla presenza di fiori zigomorfi (dotati di sola simmetria bilaterale) e dalla tipica forma detta “fauce”, poichè ricorda la bocca spalancata di un animale. In questo importante gruppo di piante rientrano anche molte altre specie ben note nella medicina tradizionale e in cucina, come: la lavanda, la menta, L’origano, il basilico, il rosmarino, il timo ecc.

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il fiore a “fauce” della Salvia dei prati

Le Lamiacee nei loro tessuti, contengono “olii essenziali” dall’aroma intenso e gradevole e alcune di esse possono produrre anche svariati composti chimici ai quali si devono le proprietà terapeutiche ben note sin dall’antichità. Non a caso il nome “Salvia” è di origine latina e ha la stessa radice del verbo salvare e della parola salus (salvezza, ma anche salute).

 

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una varietà di Salvia officinalis

La Salvia dei prati, a differenza della sua cugina più nobile, non presenta foglie ricoperte da una fitta peluria biancastra, ma di un verde intenso e solo leggermente ispide. Il tipico aroma intenso della salvia officinale, sebbene presente, in questa specie selvatica è molto meno marcato. Anche il colore del fiore è differente: nella salvia dei prati è di un bel blu acceso, nella salvia officinale è viola-azzurro.

Piante utili e preziose, si ritrovano nelle tradizioni mediche e culinarie di tantissime popolazioni euroasiatiche, c’è anche chi ne consuma le foglie, ad esempio, impanate. Attenzione però,  gli oli essenziali, sono sostanze da utilizzare con cautela a causa della loro tossicità, anche a piccoli dosaggi. Il limite tra effetto benefico e pericolo per la salute, è superabile già a bassissimi dosaggi, questo è il motivo per cui si consiglia di non consumare nessuna parte di una Lamiacea, ma di limitarsi ad utilizzarle solamente per insaporire i cibi o al massimo per decotti e tisane.
La Salvia officinale in particolare, contiene una sostanza, il tujone, che ad alti dosaggi può risultare tossica.

A cura di Roberto Ostellino

 

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un prato di città con le Salvie dei prati in fiore

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