Arturo, Il guardiano dell’Orsa

Colui che riserva uno sguardo più approfondito alla volta stellata, è in grado di cogliere alcuni particolari che sfuggono agli sguardi poco attenti e superficiali. Un esempio semplice, ma che ben denota l’elemento appena accennato, consiste nell’apprezzare il contrasto cromatico di alcune fulgide gemme che, come per attirare la nostra attenzione, si lasciano apprezzare per una colorazione accesa.

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Ben alta in questo periodo dell’anno, la magnifica Arturo, dal latino Arcturus (o Guardiano dell’Orsa). Questa stella merita la nostra attenzione per diversi motivi: tanto per cominciare è la stella più brillante dell’emisfero boreale (la quarta più luminosa di tutto il cielo, dopo Sirio, Canopo e l’alfa del Centauro, tutte situate a declinazioni negative). Arcturus è l’astro principale della costellazione del Boote (il Bovaro), e può essere osservata facilmente da qualsiasi località.

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Si potrà notare che la sua luce non è bianca, bensì giallognola (infatti questa stella ha caratteristiche cromatiche simili a quelle del nostro Sole, ma con una luminosità ben 113 volte maggiore), è infatti una gigante arancione  una trentina di volte più grande del Sole! Basta un binocolo per restare estasiati dalla sua colorazione: un giallo arancione molto acceso, che contrasta magnificamente con il nero spazio.

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C’è una bella curiosità legata a questa stella: nella primavera del 1933 fu utilizzata per dare inizio all’esposizione internazionale di Chicago (A Century of Progress). La sua luce, raccolta da un potente telescopio, fu concentrata su una cellula fotoelettrica, a sua volta responsabile dell’accensione dei potenti riflettori che dovevano dare inizio all’eccezionale evento.

Gli organizzatori della fiera scelsero Arturo in relazione alla sua distanza dal nostro Sole stimata a quel tempo: 40 anni luce, lasso di tempo trascorso dall’altra grande fiera tenuta sempre a Chicago nel 1893.

Oggi sappiamo però che Arcturus dista dal Sole 37 anni luce ed è in constante allontanamento dal Sistema Solare!

Il motivo di questa curiosa scelta, risiedeva anche nell’estrema fiducia riposta nella scienza e nella tecnica, e Arturo rappresentava una soluzione decisamente avveniristica per dare inizio all’evento.

Per ammirarne le caratteristiche cromatiche è sufficiente un binocolo del tipo 7/10X50, che ci permetterà di osservare agevolmente questa stella, contornata da un delicato campo stellare composto da altre piccole stelle. Mentre chi dispone di un piccolo telescopio, potrà restare quasi abbagliato dalla luce di questo astro, stagliato su un fondo cielo reso assai scuro dal vuoto cosmico.

Soffermiamoci dunque ad ammirare una stella, che oltre ad essere una gioia per gli occhi, ha svolto e rappresenta uno dei corpi celesti di primaria importanza nel panorama astronomico moderno.

A cura di Salvatore Albano

www.salvatorealbano.it

Un commento:

  1. Sono estasiato dal conoscere per la prima questa bellissima e luminosa stella dal nome ARTURO, scoperta per caso durante la lettura del libro di MARK TWAIN denominato ” LETTERE DALLA TERRA “

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